Riscatto della laurea nel 2023: come funziona, quanto costa e a chi conviene davvero farlo quest’anno.
A chi conviene il riscatto della laurea nel 2023? E come funziona? Sono molti i giovani, laureati ormai da qualche anno, che si stanno chiedendo se sia il momento giusto per pensare di riscattare gli anni dell’università ai fini previdenziali o meno. Per farlo è però necessario valutare anche i costi, oltre ad alcuni fattori che non possono essere sottovalutati. Se sei in dubbio, proviamo a fare chiarezza su qual è il meccanismo per poterlo ottenere quest’anno e in che caso conviene davvero investire il proprio denaro per riscattare gli anni dell’università.
Come funziona il riscatto della laurea nel 2023?
Partiamo dalle basi. Quando si parla di riscatto della laurea, si fa riferimento a quello strumento che permette di conteggiare gli anni trascorsi all’università come anni validi dal punto di vista contributivo per la pensione, per poter potenzialmente anticipare l’uscita dal mondo del lavoro. Solitamente si può fare richiesta di riscatto all’Inps, versando la somma necessaria a integrare quegli anni dal punto di vista fiscale.
In sostanza, con il riscatto della laurea vengono versati all’Inps i contributi equivalenti che si sarebbero versati negli anni universitari, ma solo se si è conseguito il titolo e senza considerare gli anni fuori corso. Possono essere riscattati anche uno o più corsi di laurea e possono farlo anche le persone inoccupate o non iscritte ad alcuna forma di previdenza. L’importante è che i corsi siano iniziati non prima dell’anno accademico 2005/06. Per avanzare la propria richiesta è necessario fare domanda sul portale dell’Inps, accedendo con Spid, Carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi, o rivolgendosi a un patronato o ad altri intermediari.
Quanto costa il riscatto della laurea?
Il costo totale del riscatto dipende dalla versione a cui si può avere accesso. Ne esiste una ordinaria, una agevolata e una agevolata con sistema contributivo, e tutte e tre hanno un impatto diverso. Per poter calcolare i costi si può utilizzare il simulatore presente sul sito dell’Inps. Proviamo però a riassumere, a grandi linee, le differenze.
Per chi conseguito la laurea entro il 1995 la somma tiene conto di tre parametri: l’età, l’anzianità contributiva e la retribuzione pensionabile. Chi ha conseguito la laurea dal 1996 deve invece calcolare la percentuale basandosi sulla retribuzione media avuta nell’anno precedente alla richiesta di riscatto, moltiplicata per ogni anno di università da riscattare.
Il riscatto agevolato ha generalmente un costo inferiore e può scattare sia per le lauree ottenute dal 1996 in poi che per quelle precedenti. Il costo è di 5360 euro per anno universitario, e la somma può essere dedotta dalle proprie tasse. Ma cambia anche l’effetto sulle pensioni, che ovviamente è ridotto. Maggiori informazioni possono essere ritrovate sul sito dell’Inps.
A prescindere dalla soluzione cui si ha diritto, il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o anche a rate senza interessi, fino a un massimo di 120. Si può pagare con PagoPA o con addebito direttamente sul conto corrente.
A chi conviene il riscatto?
Stando all’attuale sistema previdenziale, il riscatto della laurea può aiutare a raggiungere la soglia per poter uscire dal mondo del lavoro, ma non in tutti i casi. Secondo alcune simulazioni, chi ha tra i 30 e i 45 anni e lavora da quando ne ha 24, riscattando il titolo di studio anticiperebbe la pensione di due o tre anni.
Tuttavia, chi invece ha tra i 50 e i 55 anni, con alle spalle già 23-25 anni di contributi, potrebbe addirittura vedere ritardata la propria pensione in caso di riscatto degli anni universitari. Per questo motivo il nuovo simulatore Inps diventa fondamentale per poter prendere una decisione, dal momento che valuta anche la cosiddetta ‘riserva matematica’. Prima di scegliere se riscattare gli anni universitari, ti invitiamo quindi ad utilizzare lo strumento messo a disposizione dall’Istituto.